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'Ndrangheta - La donna aveva collaborato con la giustizia, ma non le era stato concesso il programma di protezione

Lea Garofalo fu sciolta nell’acido, sei arresti

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Lea Garofalo fu uccisa, sei arresti.

La collaboratrice di giustizia scomparsa a Milano nel novembre del 2009, sarebbe stata uccisa e poi sciolta nell’acido in un terreno a San Fruttuoso vicino a Monza. I carabinieri di Milano hanno arrestato sei persone, tra Lombardia, Calabria e Molise.
Nel provvedimento del giudice si ritiene che l’omicidio della donna sia stato una vera e propria “esecuzione”.

Dei sei provvedimenti, due sono stati notificati in cella a Carlo Cosco, ex convivente della donna e a Massimo Sabatino. I due erano già stati arrestati a febbraio per un precedente tentativo di sequestro, avvenuto a Campobasso nel maggio dell’anno scorso, con lo scopo di uccidere la Garofalo per vendicarsi delle dichiarazioni che la donna rese agli inquirenti, a partire dal 2002, contro alcuni affiliati alle cosche della ‘ndrangheta di Petilia Policastro.

Secondo l’indagine, Carlo Cosco avrebbe organizzato l’agguato a Lea Garofalo proprio mentre questa si trovava a Milano con la figlia.
La distruzione del cadavere, per inquirenti e investigatori, avrebbe avuto lo scopo di “simulare la scomparsa volontaria” della collaboratrice e assicurare l’impunità degli autori materiali dell’esecuzione.

18 ottobre, 2010 - 10.48