Unipol, archiviazione per Berlusconi
Archiviazione per Silvio Berlusconi.
L’ha chiesta la procura di Milano per il premier che era indagato per ricettazione e concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, insieme al fratello Paolo e ad altre persone.
L’inchiesta riguardava il “passaggio di mano” dell’intercettazione telefonica del 2005 tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi delle indagini sul tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol. Quella nella quale l’allora leader Ds dice al manager: “Allora, abbiamo una banca?”.
Il pubblico ministero Maurizio Romanelli ha invece chiesto il processo per Paolo Berlusconi, in qualità di editore del quotidiano il Giornale; dell’amministratore delegato della società Rcs (Research control system) Roberto Raffaelli, delegato a fornire le attrezzature necessarie alla polizia giudiziaria per intercettare; per Fabrizio Favata ed Eugenio Petessi per “concorso in rivelazione di segreto d’ufficio“.
Paolo Berlusconi e Favata finiranno davanti al giudice per l’udienza preliminare anche per l’ipotesi di concorso in ricettazione dei fondi neri della Rcs spa che sarebbero stati creati da Raffaelli e Petessi tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Favata tra il luglio 2005 e la metà del 2006 avrebbe consegnato a Berlusconi circa 500mila euro “quali compensi asseritamente destinati a favorire attraverso canali istituzionali le prospettive di espansione di Rcs spa sul mercato estero“, si leggeva nell’avviso di conclusione delle indagini.
L’azienda Rcs aveva ricevuto nel 2005 mandato dalla Guardia di Finanza di Milano, a sua volta delegata dalla Procura, per intercettare le telefonate dei protagonisti dell’estate dei “furbetti del quartierino” (oltre a Consorte Ricucci, Fiorani, Statuto e Coppola).
E’ il 17 luglio quando l’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, chiama Giovanni Consorte, numero uno Unipol, per chiedergli se l’opa lanciata su Bnl ha avuto l’esito sperato: “Ma allora, abbiamo la banca?”. Cinque mesi e mezzo dopo quel luglio, – il 31 dicembre 2005 – la conversazione finisce in prima pagina sulle colonne de il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi.
Come arrivarono al quotidiano lo ha spiegato nel corso dell’inchiesta lo stesso Favata. A settembre o ottobre di 5 anni fa “Petessi – ricorda Favata – mi dice che Raffaelli ha in mano una registrazione che è una bomba e che se la avessimo data a Berlusconi, gli avremmo fatto vincere le elezioni del 2006″.
Il coinvolgimento di Silvio Berlusconi nell’inchiesta avviene però probabilmente in seguito ad un altra rivelazione di Favata. L’indagato racconta infatti al pm di un incontro con il Cavaliere avvenuto ad Arcore, alla vigilia di Natale di cinque anni fa.
Silvio Berlusconi, ricorda, “si è disteso su una poltrona e ci ha chiesto di fargli ascoltare quella cosa”. Poi, esattamente nell’istante in cui il Cavaliere ha riconosciuto la voce di Fassino e ha capito il significato delle parole che aveva pronunciato a Consorte, “ha aperto improvvisamente gli occhi è ci ha detto: grazie, la mia famiglia vi sarà grata in eterno”.