Made in Lazio, presentata la proposta di legge
- Audizione congiunta della Commissione Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo con la Commissione Pmi, commercio e artigianato, per presentare agli operatori e ai rappresentanti delle imprese la proposta di legge dell’assessore al Turismo e Marketing del “Made in Lazio”, Stefano Zappalà, che istituisce l’elenco regionale Made in Lazio – Prodotto nel Lazio.
L’elenco è suddiviso in tre sezioni: “Made in Lazio – tutto Lazio” per i prodotti le cui fasi di lavorazione hanno luogo nel territorio della Regione e per i quali si utilizzano materie prime della regione stessa; “Made in Lazio – realizzato nel Lazio”, per i prodotti in cui solo la lavorazione ha luogo nella nostra Regione mentre le materie prime sono di importazione e “Made in Lazio – materie prime del Lazio”, per le materie prime originarie del Lazio ma che sono commercializzate per la realizzazione di altri prodotti.
Assicurare ai consumatori un’informazione adeguata e trasparente, è l’obiettivo primario della proposta, che, ha spiegato l’assessore alla vasta platea di sigle di settore, contempla “un registro a iscrizione volontaria ma non prevede nessun marchio in quanto sarebbe contrario alla normativa europea”.
Secondo Bruxelles infatti, si possono attribuire marchi di qualità ai prodotti europei solo a prescindere dalla provenienza, ovvero senza distinzione di nazionalità o regione in quanto, contrariamente, si configurerebbe una violazione delle norme sulla concorrenza.
Positiva la risposta delle associazioni presenti (da Confindustria a Coldiretti, da Confcommercio a Unioncamere, Confagricoltura, Cna, Lega Coop e altre) sulla ratio della proposta in generale, ma numerose perplessità sono emerse sulle tre sezioni (per gli intervenuti basterebbe solo la previsione del prodotto cento per cento Lazio) e sulla efficacia dell’elenco vista la mancanza di un disciplinare per accertare non solo l’origine ma soprattutto la qualità dei prodotti.
“Si tratta di un provvedimento importante per la nostra Regione e sarebbe un grave errore considerarlo un ostacolo alle imprese”, ha detto Giancarlo Miele (Pdl), presidente della commissione Sviluppo economico, che ha sottolineato l’importanza delle audizioni perché “consentono di mantenere un contatto diretto con il territorio”, chiedendo ai soggetti intervenuti di mandare i loro contributi scritti prima dell’inizio dell’esame della proposta di legge previsto per la prossima settimana.
Parere condivisio dal presidente della commissione Pmi, commercio e artigianato, Francesco Saponaro (Lista Polverini), che ha poi sottolineato la necessità di “riorganizzare tutto il sistema di promozione delle imprese all’estero e razionalizzarne i costi, perché sono troppi i soggetti coinvolti. In questo senso – ha aggiunto Saponaro – va rivista la legge sulla internazionalizzazione delle imprese perché è incompleta e non dà un chiaro indirizzo alle aziende”.
Il vicepresidente di minoranza della commissione sviluppo economico, Mario Mei (Api), membro anche della commissione Pmi, ha sottolineato come “sia stato seguito un metodo giusto nell’ascoltare tutte le categorie”, aggiungendo che “si tratta di una iniziativa utile ma limitata perché andrebbe accompagnata dall’attivazione del marketing territoriale e dal potenziamento della legge sull’internazionalizzazione delle imprese laziali”.
Claudio Mancini (Pd) ha commentato che a suo avviso “il marketing del Made in Lazio va collegato alle politiche del territorio, poiché il turista è portato ad acquistare prodotti tipici del luogo che visita. Per questo, accanto a questi strumenti, va razionalizzato tutto il sistema della promozione delle imprese laziali all’estero che risulta ancora troppo frammentato”.
“Cercheremo di migliorare il provvedimento alla luce dei contributi presentati dalle associazioni di categoria e dalle imprese”, ha assicurato Luciano Romanzi (Psi).
Per Nicola Illuzzi (Lista Polverini), la proposta è “un ottimo contributo all’attività promozionale dei prodotti del Lazio”, mentre per Luigi Abate (Lista Polverini) occorrerebbe fare di più sul fronte della tracciabilità dei prodotti.