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L'opinione di uno sporco comunista

Un paese allo sfascio

di Valerio De Nardo
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- Bologna la dotta, Bologna la grassa, dove l’epifania si porta via la vita di un bimbo di 20 giorni.

Un bimbo italiano, si badi, mica un figlio di chissàcchi che viene da chissàddove, signora mia, morto di freddo e stenti in piazza Maggiore. “Succede”, qualcuno potrà dire, ma io non mi rassegno, mi indigno, mi scandalizzo.

Mentre tutto pare andare a rotoli nella società e nelle istituzioni e ciascuno è costretto a rifugiarsi nella propria solitudine, gli squali del profitto non rinunciano a vagare per gli oceani dell’economia e della finanza alla ricerca del pesce con cui cibarsi, a costo di spolpare diritti, occupazione, ambiente, territorio e valori sociali.

Ma nel frattempo, mentre noi discutiamo di federalismo fiscale e quoziente familiare, di legittimo impedimento e di comunisti in cachemire, gli outlook energetici ci dicono sul nostro futuro molto più di quanto possa fare un qualsiasi talk show dopo la pausa natalizia.

Nei prossimi decenni i consumi energetici in Europa sono attesi in calo, tanto che alcune multinazionali del settore hanno deciso che nel vecchio continente non valga più la pena impiantare nuova potenza prodotta con fonti tradizionali, ma solo mantenere quella esistente e realizzare impianti da fonti rinnovabili.

Quanto basta per denunciare la menzogna nuclearista e il bluff degli spot di forumnucleare finanziati dalle principali aziende interessate al business di una strada senza uscita (se non, forse, lungo l’Aurelia, dalle parti di Montalto di Castro…).

La curva dei consumi energetici di Cina e India, così come gli altri indicatori di crescita economica e quelli di andamento demografico, ci dicono chiaramente che Europa “non è un paese per giovani” e Italia è una signora di 150 anni che il botox e la blefaroplastica non riescono a rendere per nulla affascinante.

Il futuro si è già stabilmente trasferito tra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Indiano, mentre noi, campioni di sguardo all’ombelico, ci appassioniamo alle vicende di un anziano signore di 74 anni impegnato a sfuggire la giustizia ed inseguire giovani pulzelle, oltre che a dribblare giudici e condanne, mentre sull’altra sponda del Mediterraneo avvampano fuochi di rivolta.

“Ahi serva Italia di dolore ostello/nave sanza nocchiere in gran tempesta/non donna di provincia, ma bordello” scriveva un poeta, sommo nello stile, ma anche ben consapevole di quello che per sette secoli sarà il nostro carattere nazionale, dai Guelfi e Ghibellini fino al Decamerone, pur senza conoscere le vicende della XVI Legislatura della storia repubblicana.

Valerio De Nardo

12 gennaio, 2011 - 17.14