Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
L'opinione di un candido democristiano

Quando il sindaco nel 2044 inaugurerà l’aeroporto…

di Renzo Trappolini
<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

- Quando nel 2044 il sindaco di Viterbo – di allora – inaugurerà il terzo aeroporto di Roma localizzato trentasette anni prima dalle parti del Bulicame, ci saràforse anche la commemorazione centenaria dei bombardamenti aerei del 1944.

Fa una certa impressione rileggere ora, con gli annunci di questi giorni sulle infrastrutture aeree, stradali e ferroviarie, la ricostruzione storica di quei tempi fatta da Bruno Barbini e Attilio Carosi nel volume “Viterbo e la Tuscia” edito nel 1988.

Apripista, scrivono i due studiosi, era stato, fin dall’anno precedente, l’aeroporto militare che le incursioni nemiche puntavano a distruggere ma anche le altre vie di comunicazione furono decisive:“Viterbo entrò nel mirino dei bombardieri per la confluenza in essa della statale Cassia, una delle più importanti vie di comunicazione fra Roma e l’Italia del Nord, della ferrovia Attigliano-Viterbo-Roma con la Trasversale per Orte-Civitavecchia e Capranica e anche della Viterbo Roma Nord”.

Viterbo e la Tuscia, dunque, chiamate a pagare il prezzo dell’importanza delle loro vie di comunicazione.

Ci sono ancora (soprattutto in materia di tasse e nonostante i falò semplificati del ministro Calderoli) alcune leggi che fanno riferimento ai danni di guerra. Per l’ammodernamento di Cassia e ferrovie, come per l’aeroporto e la trasversale, però, non se ne può chiedere al Cipe l’applicazione.

Ma ricordare al “Paese” che un sistema viario e ferroviario adeguato sarebbe utile ai traffici est ovest, anche oltre i porti di Civitavecchia e Ancona, in tempi di Mediterraneo strategico, potrebbe essere opportuno.

E magari, nel 2044, faranno un’inaugurazione generale. Chissà.

Renzo Trappolini

4 marzo, 2011 - 18.06