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Esteri -I fedeli di Gheddafi bombardano di nuovo il terminal petrolifero di Brega

Spari sulla folla, almeno 50 morti

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Libia

Spari sulla folla, almeno 50 morti.

Le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi hanno bombardato di nuovo il terminal petrolifero di Brega, la città nell’est del Paese controllata dagli insorti.

Lo ha reso noto l’emittente tv al Arabiya. Cinquanta persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite nella città di al-Zawiyah, Tripolitania, negli scontri tra le brigate del colonnello e i ribelli che controllano il centro cittadino. Lo ha annunciato un testimone, Abdel Hamid Sheikh, alla tv araba al-Jazeera.

Secondo il testimone: “Ad al-Zawiyah è in corso una strage”.

“Subito dopo la preghiera del venerdì – ha detto – i manifestanti sono scesi in strada contro il regime e le brigate fedeli a Gheddafi hanno aperto il fuoco contro di loro”. Nello scontro è stato ucciso anche il capo delle milizie dei rivoltosi, il colonnello Hussein Darbouk.

La tv satellitare al-Arabiya ha riferito che le brigate fedeli a Gheddafi hanno ucciso anche il suo numero due poi sono stati respinte dalla periferia orientale della città, ma hanno compiuto un nuovo attacco dalla parte occidentale.

Continua la controffensiva militare 1 anche in Cirenaica, dove è in corso la battaglia per i pozzi petroliferi. Ieri gli oppositori hanno respinto un raid aereo a Brega ed è stata attaccata anche Ajdabya. Diverse esplosioni e colpi di artiglieria sono state udite anche a circa venti chilometri dal porto e giacimento petrolifero di Ras Lanuf.

Qui le brigate fedeli al colonnello hanno ucciso venti miliziani della tribù degli al-Najuf perché si sono rifiutati di reprimere con la forza i rivoltosi presenti nella loro città. La stessa fonte conferma che i rivoltosi tengono saldamente la città portuale del golfo della Sirte.

Questo mentre la diplomazia internazionale intensifica la pressione su Gheddafi e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato un ultimatum al rais: “Deve andarsene – ha detto -. Siamo pronti all’intervento militare”.

4 marzo, 2011 - 17.25