Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
L'opinione di uno sporco comunista

La buona politica del sindaco Battisti

di Valerio De Nardo
<p>Valerio De Nardo</p>

Valerio De Nardo

- Per chi è abituato a scrivere, trovarsi senza parole è come essere un pesce fuori dall’acqua. O, meglio, come quei giovani pesci che incontrano il pesce vecchio che chiede loro: com’è oggi l’acqua?I pesci giovani, un po’ per rispetto, un po’ per imbarazzo, rispondono: mah, buona…!

Allontanatisi un po’, l’un pesce giovane domanda all’altro: scusa, ma cos’è l’acqua…?

Le parole non vengono perché stanche di raccontare parabole negative, di criticare, con il timore che le opinioni vengano scambiate per retoriche certezze pontificali, che io, ovviamente, non ho. Provo allora a parlare di un paio di cose positive.

Domenica sono tornato all’Arcionello, a farvi una passeggiata condotta da Antonello Ricci, come più di sette anni fa.

Ma allora si cominciò a passeggiare e descrivere e raccontare per opporsi ad un programma integrato urbanistico voluto dal Comune di Viterbo, di cui era sindaco Marcello Meroi. Da lì scaturì l’idea del parco. Dalla mobilitazione sociale partì una iniziativa istituzionale, e dalla opposizione ad una operazione urbanistica si arrivò alla legge regionale che istituiva la riserva naturale dell’Arcionello.

Domenica sono dunque tornato sul percorso del Fosso Luparo-Arcionello-Urcionio, nell’escursione organizzata dall’ufficio parchi della Provincia di Viterbo, di cui è presidente Marcello Meroi! E come allora Antonello si incaricava di esserne il narratore, il genius loci. Curioso, eh?

So che la questione urbanistica non è finita, che l’insediamento a Pian di Cecciole desterà dissensi e discussioni. Ma ritengo significativo che in così pochi anni un “confronto civile e democratico” abbia portato ad un risultato concreto e buono per tutto e per tutti: una buona pratica.

Come le buone pratiche del comune di Corchiano, dove è sindaco Bengasi Battisti (nome insieme esotico e patriottico, particolarmente adeguato al momento della guerra in Libia e del centocinquantenario d’Italia), un uomo che riesce ad associare visione politica, iniziativa, realizzazioni e buona comunicazione.

Bengasi l’ho conosciuto e frequentato in particolare nel 2000, quando fu candidato vice presidente della Provincia con Luciano Dottarelli. Posso dire che, “in automatico” lo catalogavo allora, semplicemente, come un ex democristiano.

Oggi non ho dubbi che il suo impegno su acqua, rifiuti, legalità, non tanto declamante e ideologico quanto concreto (fatto, appunto, anche di best practices) sia del tutto in sintonia con il mio percorso e la mia sensibilità, che sicuramente non sono quelle che io riferirei ad ex democristiano: eppure…

Queste vicende mi fanno capire come il confronto dialettico, la contaminazione, la disponibilità a prescindere da appartenenze e schieramenti per condividere le migliori soluzioni siano molto più efficaci (e “di sinistra”, per quanto mi riguarda) di certa astrattezza politica garante di vecchi equilibri.

Il che non vuol dire prescindere da tradizioni e storie, come quella socialista. Fabio Scalzini, proprio mentre si andava all’Arcionello, mi diceva:«ma come faccio a stare in un partito nel quale viene Bobo Craxi a Viterbo e non un dirigente sente l’esigenza di essere presente…?»

Io che filocraxiano non sono mai stato capisco perfettamente la contraddizione di chi partecipa ad una esperienza (quella del Pd) che non riesce ad accogliere fino in fondo tutte le sue anime per farne una nuova. Ma forse la risposta sta proprio in persone come il sindaco di Corchiano, che cercano di fare di un piccolo territorio un’eccellenza, un simbolo, un richiamo per tutti noi.

O come l’Arcionello, dove un guitto amico mio e politica e istituzioni che imparano quali pesci siano da prendere, riescono a superare le barriere che separano dal buon senso.

Valerio De Nardo

6 aprile, 2011 - 16.48