Urbanistica, perché la Regione rivuole la delega?

Giuseppe Parroncini
– “Per anni si è parlato di decentramento: con il passaggio delle deleghe in materia di pianificazione territoriale dalla Regione alle Province, noi ci eravamo mossi in questa direzione, diminuendo i tempi di approvazione dei piani regolatori dei Comuni ed evitando i viaggi della speranza nella capitale, lavorando così direttamente sul territorio. Adesso si torna al romanocentrismo?”.E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Parroncini, sulla delibera di giunta che punta a far tornare la materia nelle competenze della Regione Lazio.
“Su questo tema – dice Parroncini – ho presentato un’interrogazione al presidente Renata Polverini e all’assessore all’Urbanistica Luciano Ciocchetti per avere chiarimenti.
La delibera (oggetto: “Istituzione di una commissione incaricata di predisporre una proposta di testo unico di legge regionale in materia urbanistica”) manifesta infatti la chiara volontà di tornare indietro.Con il decentramento attuato dalla precedente giunta, oggi i piani regolatori vengono infatti approvati dalle stesse Province”.
Ecco alcuni passaggi che lo dimostrano il dietrofront della Regione: “La legge regionale n. 38 del 22 dicembre 1999, nel corso ormai degli oltre 10 anni dalla sua entrata in vigore, non ha trovato una completa e soddisfacente applicazione per carenze strutturali, difficoltà interpretative e attuative, come segnalato, fra l’altro, da numerose amministrazioni locali e operatori in materia di governo del territorio”; e ancora: “Appare necessario riportare la Regione, anche attraverso l’adozione del Ptrg al centro del proprio ruolo di ente di programmazione, indirizzo, coordinamento e vigilanza della pianificazione territoriale”.
“Un passo indietro – continua Parroncini – che produrrebbe un nefasto processo di “riaccentramento” delle competenze da parte della Regione, in evidente contraddizione con gli indirizzi legislativi nazionali e regionali che mirano, al contrario, a potenziare il ruolo degli enti locali, riconoscendo in essi i soggetti che per prossimità e diretto contatto con le comunità amministrate possono svolgere un ruolo attivo e responsabile in materia di programmazione e indirizzo.
Ci sarebbe inoltre un rallentamento nell’approvazione degli strumenti urbanistici oggi all’esame delle Province. Perché dunque peggiorare le cose, umiliando e mortificando gli enti periferici?”.