“Lasci e passi la mano al Quirinale”
“Lasci e passi la mano al Quirinale”.
Il Pd, per bocca di Pierluigi Bersani, chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. Secondo il segretario l’esito del referendum sancirebbe il divorzio tra il Governo e il Paese.
Il ragionamento parte da un evento epocale qual è stato il raggiungimento di un quorum che non si raggiungeva dal 1995, dunque, impossibile non trarne delle conclusioni politiche e non solo di merito.
Tra i quattro sì, infatti, c’è anche la bocciatura del legittimo impedimento, al quale sia Berlusconi che Umberto Bossi avevano suggerito ai propri elettori di non andare a votare. Un consiglio che non sarebbe stato seguito e che testimonierebbe l’avvenuto divorzio tra il paese e il governo.
“Siamo pronti a vedere se esiste un breve spiraglio per ovviare a questa pessima legge elettorale – ha dichiarato Bersani -. Però, se non c’è questo spiraglio piuttosto che star fermi tanto vale andare a votare”.
La richiesta di dimissioni del premier non è, però, stata appoggiata da tutto il fronte del sì. E’ proprio Antonio Di Pietro a fare il moderato e frenare nonostante sia stato lui il primo a imbracciare la battaglia referendaria e raccogliere le firme. “L’Idv in tempi non sospetti ha chiesto le dimissioni di Berlusconi – ha commentato -. Farlo ora in nome dei risultati referendari è una strumentalizzazione. Sono andati a votare anche molti elettori del centrodestra. Per rispetto nei loro confronti non possiamo chiedere le dimissioni del governo solo in nome dei referendum“.
Accanto a Bersani c’è, invece, Nichi Vendola. Anche lui vuole le dimissioni di Berlusoni e del Governo, ma per andare dritti al voto. “Il Paese non ne può più e oggi manda un messaggio chiaro: che liberino il campo e consentano all’Italia attraverso elezioni anticipate di tornare a respirare”.