Paoloni “Non ho mai drogato i miei compagni”
- Sette ore di interrogatorio per Marco Paoloni.
Il portiere della Cremonese accusato di aver drogato i compagni per vincere coi bookmaker, nega tutto davanti al pm Roberto Di Martino: “Ho un codice d’onore, signor giudice, non avrei mai potuto fare una cosa del genere”.
E anche se compagni e conoscenti sanno della sua passione per le scommesse e per l’ippica Paoloni continua a negare: “Scomettevo al massimo qualcosina sul basket”.
Sette ore di interrogatorio per cercare di negare tutto, ma anche il suo avvocato Emanuela Di Paolo è scoraggiata: “Penso che non gli crederanno”.
La ricetta che Paoloni si era fatto fare per dopare i compagni è intestata alla moglie e la firma è dell’amico medico Sirolo Marco Pirani.
Un’accusa difficile da controbattere, ma il portiere continua a negare: “Ero consapevole che certe cose succedevano nell’ambiente, ma io non ho fatto nulla. Mi vogliono incastrare”.
Anche la sua contabilità sembrerebbe quella di uno scommettitore incallito e con dei debiti. Paoloni doveva 110mila euro al bookmaker di Pescara Massimo Erodiani, 300mila euro al commercialista Manlio Bruni e dei soldi che deve agli “zingari”.
E riguardo ai nomi dei calciatori aggiunge: “Ho inventato tutto. I contatti con i giocatori, le informazioni sul risultato delle partite. Millantavo perché dovevo trovare un modo per uscirne”.
Così Marco Paoloni ha provato a difendere il tutto per tutto prima di essere riportato in cella.