Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
L’opinione di un candido democristiano

A proposito di cretini…

di Renzo Trappolini
<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

- A proposito dello scoop, ma anche del saggio commento del direttore sulla risposta del ministro Brunetta  alle contestazioni di quanti ha definito tout court “cretini”, c’è da ricordare un precedente illustre sull’uso dell’aggettivo, improprio nella attribuzione e improvvido nelle conseguenze.

Galeotti ha ricordato il “cappello arruffato” dello statista dignitosamente povero Alcide De Gasperi, il quale, nel gennaio 1947 – indossando  un cappotto rivoltato, come usava allora, quando agli italiani usciti sconfitti dalla guerra mancava il pane –  andò   in USA chiedere aiuto agli americani vincitori.

Salutandolo all’aeroporto, il capo provvisorio dello stato, Enrico De Nicola, si augurò che, dopo il viaggio, si potessero aumentare le razioni di pane “perché con 200 grammi i giovani non ce la facevano più”.

De Gasperi tornò con un credito di 100 milioni di dollari, 190 mila tonnellate di grano per gennaio e 220 per febbraio.

De Nicola era così contentato, ma non Palmiro Togliatti che indirizzò agli americani un insultante articolo dal titolo “Ma come sono cretini”.

Come Brunetta, non vedeva giusto e i suoi discendenti, a cominciare dal presidente Napolitano ( il primo comunista a recarsi negli USA), ne hanno smentito e ne smentiscono il giudizio.

Altri tempi, comunque, perché Togliatti  era un personaggio di notevole finezza culturale, costretto, in quei ruvidi frangenti segnati dalla fame, a scendere in polemiche volgari, come quando invitò i montanari a prendere a calci De Gasperi con i loro scarponi.

Anche a Giulio Andreotti, Palmiro Togliatti  rifilò un “patentino”, quello di “scemo”, ma il così patentato non se ne dette per offeso. Anzi considerò positivamente la “pubblicità” che gliene era derivata.

Renzo Trappolini

30 luglio, 2011 - 15.46