Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
L'opinione di un candido democristiano Renzo Trappolini

Fioroni, Fioroni…

<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

Sui giornali di luglio, la notizia che a Roma, in una sacrestia dei Salesiani (la congregazione del cardinale segretario di Stato Vaticano, Bertone) si sarebbero riuniti (e si riuniranno ancora) con Giuseppe Fioroni alcuni tra i politici “più democristiani”? di vari schieramenti per verificare come i cattolici possano contare di più in parlamento e nella società, organizzandosi diversamente da oggi.

Antica questione, quella del partito unico dei cattolici o dei cattolici impegnati nei vari partiti.

All’??inizio della prima repubblica favorevole alla seconda ipotesi furono il cardinale Ottaviani e i Gesuiti di Civiltà Cattolica, soccombenti, però, rispetto a monsignor Montini, fautore con De Gasperi dell’unità dei cattolici con sufficiente autonomia dalla gerarchia (seppure, proprio Montini avesse dato “ordine di preparare un programma improntato ai principi della Santa Sede da sottoporre alla Dc, non appena approvato dal papa”).

Fu allora Democrazia Cristiana e Alcide De Gasperi, che la guidò per primo, non esitò a opporsi, nel 1952, all’indicazione di Pio XII per una lista insieme ai “??fascisti”? dell’Msi al Comune di Roma. Papa Pacelli non lo perdonò, negandogli addirittura l’??udienza richiesta per il giorno del trentesimo anniversario di matrimonio e di professione religiosa della figlia suora.

Così Andreotti, cattolicamente antiabortista, nel 1978 non abdicò al dovere di capo del governo che gli imponeva di firmare la legge sull’??interruzione di gravidanza. E Aldo Moro, il quale, alla vigilia del congresso dc di Napoli che, nel 1961, sancì l’??apertura a sinistra, ricevette il cardinale Castaldo (“??il più napoletano dei furbi e il più furbo dei napoletani”?) mandato dal Vaticano e dai vescovi a “??condizionare”? l’??incontro con i socialisti. Prese atto dell’??invito della Chiesa ma, l’??indomani, parlando al Congresso, non ne tenne conto.

C’è da augurasi che questi esempi non siano dimenticati dai “possibili ricostruttori della Dc”? e da Fioroni il quale, dopo la riunione “??salesiana” avrebbe discusso con il berlusconiano di ascendenza democristiana Angelino Alfano della istituzione con legge delle primarie?.

Un modo, forse, per chiamare subito a raccolta e schierare le “divisioni del papa”?, quelle che non trovano spazio negli incapienti partiti e che Stalin sottovalutava quando voleva far abbeverare in piazza San Pietro i suoi cavalli che lì non arrivarono mai.

Fioroni, nel suo progetto, prevederebbe anche di escludere dalle candidature chi ha compiuto sessantacinque anni, mostrandosi così più papalino del papa Paolo VI che, nell’Ingravescentem aetatem, “pregava vivamente”? (non obbligava) i vescovi di rinunciare all’??incarico a 75 anni e lasciava fuori del conclave i cardinali ma dopo gli ottanta.

Ci fu allora, più di quattro decenni fa, chi, come il romano cardinale Traglia, pensò andreottianamente male attribuendo al rinnovatore papa Montini il recondito fine di impedire l’??ingresso in conclave al conservatore Ottaviani appena ottantenne.

Un altro cardinale, invece, Arcadio Larraona fece un’osservazione ancora attuale. Disse: “Meglio venir definiti rimbecilliti per decreto che esserlo per davvero”?. E pensare che gli ultrasessantacinquenni sono in Italia il 20% della popolazione.

Potranno pure non essere eletti, ma voteranno.

Renzo Trappolini

19 luglio, 2011 - 16.09