San Raffaele, suicida Mario Cal

Il San Raffaele
Si è ucciso con un colpo di pistola alla testa Mario Cal, 71enne trevigiano, braccio destro di don Luigi Verzè al San Raffaele di Milano.
La notizia è stata divulgata stamattina dalla struttura sanitaria, dove Cal è stato ricoverato d’urgenza, con lesioni gravissime.
I medici hanno cercato per più di mezz’ora di rianimarlo, ma ogni tentativo è stato vano: il numero due del san Raffaele è morto alle 10,57.
“Le sue condizioni sono apparse subito critiche – ha detto il primario Michele Carlucci -. Dopo un periodo di stabilizzazione dei parametri vitali, purtroppo, l’evoluzione non è stata favorevole”.
Nei giorni scorsi Cal era stato sentito dalla procura milanese nell’ambito dell’inchiesta sul maxibuco nelle casse del San Raffaele. Era comparso davanti al pm Luigi Orsi in veste di testimone. Lo stesso sostituto procuratore si è recato subito sul posto dopo l’accaduto. Con lui anche il pm Maurizio Cascione, titolare del fascicolo, e il procuratore Edmondo Bruti Liberati.
Primo punto sul quale Cascione cercherà di far luce, lo spostamento indebito dell’arma con cui Cal si è tolto la vita. La pistola è stata portata in un’altra stanza da un non meglio precisato addetto dell’ospedale, che però non era autorizzato.
Cal avrebbe lasciato due lettere, una alla moglie e una alla segretaria. Il contenuto, per ora, non è stato reso noto, ma è possibile che il numero due di don Verzè vi abbia riversato le sue preoccupazioni per il San Raffaele, confermate, tra l’altro, dal suo amico e avvocato Rosario Minniti. “Era in ansia perché non c’era più la liquidità per pagare i fornitori – afferma il legale -. Per me è un grande dolore perché Mario Cal era un amico che ho sorretto nei momenti difficili, ma questa volta non ce l’ho fatta”.
Cal ha lavorato per anni con il fondatore del San Raffaele. E’ stato il vicepresidente della Fondazione San Raffaele fino alla scorsa settimana, quando gli era subentrato Giuseppe Profiti.