Steve Jobs lascia la Apple
Si apre, dunque, l’era del dopo-Steve Jobs. L’annuncio ufficiale è arrivato ieri, dopo la chiusura dei mercati, alle 18,30 di New York: il fondatore e chief executive della più grande azienda informatica del mondo si è dimesso dalla sua carica.
Resterà presidente, ma il ruolo esecutivo passa al numero due Tim Cook che già rivestiva la carica di chief operating officer, direttore generale. Nonostante Wall Street avesse concluso la seduta ufficiale, nel dopo-Borsa le azioni Apple sono subito cadute di oltre il quattro per cento.
“Se non riesco più ad assolvere alle mie funzioni – ha scritto Jobs nella email di ieri ai dipendenti -, vi avevo promesso che sareste stati i primi ad apprenderlo”.
A 56 anni, colpito dal cancro al pancreas già nel 2004, nonostante l’apparente riuscita di un trapianto di fegato nel 2009, Jobs era apparso sempre più magro e affaticato.
Jobs aveva annunciato la possibilità di un suo abbandono, già il 17 gennaio di quest’anno, sempre attraverso una email ai dipendenti del gruppo. Come un dipendente qualsiasi, quel giorno Jobs informava di avere “chiesto e ottenuto dall’azienda un permesso malattia per il bisogno di concentrarsi sulla propria salute”, senza fornire ulteriori dettagli.
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