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Politica - Salta la riduzione delle indennità, se ne dovrebbe riparlare ad aprile 2012

I parlamentari non si tagliano lo stipendio

I parlamentari non si tagliano lo stipendio.

La maggioranza presenterà un emendamento per cancellare il comma 7 dell’articolo 23, inserito dal governo per accelerare i tempi del cosiddetto “livellamento retributivo” degli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dei loro colleghi europei.

La norma stabilisce infatti che, qualora la commissione governativa istituita dal precedente esecutivo nella manovra di luglio, per determinare il taglio delle retribuzioni, non abbia al 31 dicembre di quest’anno concluso i suoi lavori, il governo procederà comunque, “con apposito provvedimento d’urgenza”, ovvero con un altro decreto legge, all’individuazione del taglio.

Un’ipotesi che ha fatto insorgere deputati e senatori della maggioranza, sostenuti anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Nessun atteggiamento “dilatorio”, assicura Fini, ma quella norma “è scritta male” quindi, va “corretta”.

Poiché il termine sarà probabilmente fissato al 31 marzo, di eventuali riduzioni delle indennità se ne riparlerà ad aprile.

Una scelta che rischia però di essere controproducente. L’Idv è già partita alla carica: “La casta non prenda in giro gli italiani, soprattutto di questi tempi”, attacca Antonio Borghesi.

Ma malumori ci sono anche all’interno del Pd: “Spero sinceramente che si tratti di una bufala. Ma è davvero possibile che i parlamentari italiani stiano cercando di far saltare dalla manovra la parte che riguarda il loro (piccolo) contributo ai sacrifici?”, scriveva ieri su Facebook, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

11 dicembre, 2011 - 10.54