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Musica - Un ricordo del grande Lucio Dalla

“All’eterno ci ho già pensato, è eterno anche un minuto”

di Elisa Cappelli

Lucio Dalla a Sanremo 2012

- Una morte che lascia increduli, quella di Lucio Dalla. Una morte che gli amanti della musica e della sua musica forse non riescono nemmeno a concepire.

Una morte avvenuta troppo presto e troppo all’improvviso, chi non lo ha pensato ieri? Quanti altri capolavori avrebbe potuto regalarci?

Perché Lucio era uno di quei grandi artisti che sai che è lì, un’artista che sapeva farti vibrare nel profondo, uno così grande che “non potrà mai morire”, pensavi, dentro di te.

Ma anche le leggende come Lucio sono fatte di carne e ossa, come tutti. Con la differenza che, in qualche modo, un pezzetto del piccolo grande cantante aleggerà sempre nell’animo della gente, continuando a suonare e a cantare, seppur solo virtualmente, la colonna sonora della vita di quanti lo hanno amato.

La vita e la morte spesso fanno paura, eppure Lucio ci giocava, senza ripensamenti. “E per che cosa mi dovrei pentire? – cantava in ‘Siamo dei’ – Di giocare con la vita e di prenderla per la coda, tanto un giorno dovrà finire e poi, all’eterno ci ho già pensato, è eterno anche un minuto, ogni bacio ricevuto dalla gente che ho amato”.

Ed eterna sarà la sua musica, il ricordo della sua voce, a volte tenera e commovente, dalle venature liriche talvolta, altre disperata e graffiante.

Grande la passione e l’amore per quel mestiere così emozionante, tanto da volere aiutare un giovane, Pierdavide Carone, a farsi strada nel mondo della musica, ritornando sul palco di Sanremo, ma rinunciando, per una volta, ad essere il protagonista indiscusso della scena e lasciare spazio al nuovo.

“Era contento di poter partecipare di nuovo al Festival – ricorda ai microfoni del Tg1 un commosso Vincenzo Mollica – soprattutto perché poteva aiutare un giovane ad entrare nel mondo dei grandi artisti”.

E così, nella veste di direttore d’orchestra, Dalla ha convinto, come sempre, emozionando, come sempre, con i contro canti e i particolari  fraseggi che solo lui sapeva fare, miscelando, abilmente, la sua voce con quella di Pierdavidee semplicemente incantandoci. Come sempre.

“Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte, ma quando vide la luna uscire da una nuvola gli sembrò più dolce anche la morte”. Così cantava Lucio Dalla in Caruso e se ne va, in punta di piedi, lasciando lì da una parte il suo pianoforte e un grande vuoto nel mondo della musica.

Elisa Cappelli

 

2 marzo, 2012 - 10.19