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L'opinione di uno sporco comunista

Crisi, attenzione agli affari facili…

di Valerio De Nardo

Valerio De Nardo

- La decisione della Corte di cassazione di annullare la sentenza di condanna inflitta dalla Corte d’appello di Palermo a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa rimanda alla oggettiva difficoltà di tracciare con gli strumenti della giustizia una linea netta che divida la società in cattivi (i mafiosi) e in buoni (gli antimafia).

Quando Ciancimino investiva i soldi suoi e di qualche altro affiliato di Cosa Nostra negli affari immobiliari milanesi degli anni ’70 era un rispettabile e rispettato esponente della Dc siciliana, non c’è che dire.

Ma è proprio qui, su queste incerte linee di confine, lungo le quali la magistratura rischia di non poter pronunciare sentenze che rendano giustizia fino in fondo (tanto nel senso della colpevolezza quanto di quello dell’assoluzione), che serve la buona politica, quella capace e intelligente, ossia forte in grado di discernere.

Passeggiando per le vie del centro di Viterbo è impressionante vedere crescere così in fretta il numero degli esercizi commerciali chiusi. Parlando con qualche imprenditore in difficoltà nella sua attività di vendita, ci si rende conto di quanto anche il momento del preannunciato aumento dell’Iva suoni come la scadenza per lasciare, tanto più di fronte ad un credito bancario concesso con sempre più difficoltà.

Tra imprese e fornitori i tempi di pagamento si dilatano a dismisura, tanto che qualcuno dice il fantasma del 1929, quello del credit crunch, sia già tra noi, nei fatti. La sequela di suicidi tra chi perde il lavoro e tra gli imprenditori che non arrivano a rispettare le scadenze e non ce la fanno più a sostenere la situazione, ricorda drammaticamente la vicenda della “grande depressione”.

E’ in questi momenti che la buona politica deve fare molta attenzione, rizzare le antenne, guardare il chi, il come e il dove si cercano di concludere gli affari. E’ in questi momenti che, purtroppo, pecunia non olet ancor di più e il reinvestimento di capitali non sempre molto puliti può risultare più semplice.

E’ in questi momenti che si deve saper guardare oltre il proprio naso, ritenendo, ad esempio, che preservare il territorio e l’ambiente sia essenziale per creare in prospettiva buona e duratura occupazione, oppure che si debba resistere a chi, facendo balenare la prospettiva di qualche decina di posti di lavoro per qualche anno, vuol costruire nuove case, mentre già tante rimangono invendute.

In questo momento realizzare nuove grandi cubature, interi quartieri a Viterbo, servirebbe solamente alla valorizzazione fondiaria ed alla patrimonializzazione delle aziende, ossia a un profitto privato, anche se in cambio vi fosse una qualche (poi sempre piccola) opera pubblica da portare a termine. È necessario saper guardare con attenzione ai pesi sul piatto della bilancia del futuro del proprio territorio e, a volte, sapere dire no.

Valerio De Nardo

 

19 marzo, 2012 - 1.23