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Scandalo regione Lazio - Fondi Pdl - Appena nominato capogruppo, Battistoni aveva scritto una lettera per segnalare le anomalie nella gestione fondi

Berlusconi e Alfano avvisati un mese prima che il caso Fiorito esplodesse

Francesco Battistoni

- Un mese prima che il caso Pdl esplodesse in regione, portando allo scioglimento del consiglio regionale e all’arresto dell’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito, Francesco Battistoni, successore dello stesso Fiorito, aveva inviato una lettera ai vertici del Pdl. A svelarlo è il Fatto Quotidiano.

Era il sei agosto quando il politico viterbese scrive a Silvio Berlusconi, al segretario nazionale Angelino Alfano e al coordinatore Denis Verdini. Lettera protocollata e si presume ricevuta.

A riportarlo, con tanto di missiva pubblicata, è il Fatto, sottolineando come la segnalazione sia partita praticamente quaranta giorni prima che il caso esplodesse.

Battistoni parlava di spese pazze, bonifici all’estero su conti personali, prelievi in contanti dal fondo del gruppo Pdl in regione. Ma come sottolinea il quotidiano, nessuno si è mosso. Anzi. Alla fine è stato lo stesso Battistoni a doversi dimettere da capogruppo.

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??Caro presidente – inizia così la lettera a Berlusconi – sono costretto, con estremo dispiacere, a portarvi a conoscenza di una situazione che è talmente grave da poter minare, in maniera pesante, sia la stabilità della Regione Lazio che la credibilità del nostro partito”. Una previsione che si è rivelata fatale.

L’esame – continua Battistoni – ancorché superficiale della documentazione relativa ai conti correnti ha evidenziato una serie di ‘anomalie‘ tali che mi ha immediatamente indotto a nominare dei consulenti al fine di poter esaminare a fondo tali riscontri e consigliarmi sulle scelte consequenziali”.

Nel frattempo era cominciata una lotta a suon di dichiarazioni a mezzo stampa. “Dai primi riscontri contabili – continua Battistoni – emergono anomalie gravissime dovute a pagamenti ‘non in linea’ con le finalità istituzionali e politiche delle somme dallo stesso amministrate, come acquisti di autovetture, soggiorni lussuosi ingiustifìcabili, prelievi in contante, uso disinvolto di carte ricaricabili e da ultimo, ma non per ultimo, bonifìci personali su conti esteri”.

Prima ancora dell’intervento della magistratura, quindi, Battistoni si era rivolto al suo partito.

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18 ottobre, 2012 - 8.31