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Politica - Il messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano

“I tagli tutelino le fasce più deboli”

Giorgio Napolitano

“I tagli tutelino le fasce più deboli”.

È l’ultimo discorso di fine anno di un mandato che si avvia alla conclusione. Pronunciato, per la prima volta nella storia della Repubblica, in piena campagna elettorale e in un momento economico delicatissimo per la vita del Paese.

Il debito pubblico, le difficoltà del mondo del lavoro, la necessità di ritorno alla fiducia e il richiamo alla politica, alla responsabilità e all’impegno necessario per affrontare questioni sociali complesse.

Giorgio Napolitano, dal Quirinale, si è rivolto innanzitutto ai giovani e, in 22 minuti, ha tracciato un bilancio del suo operato.

In apertura, inoltre, il presidente della Repubblica ha ribadito che non darà nessun orientamento per il futuro governo. Una soluzione che spetta ai partiti. “Alla vigilia di importanti elezioni politiche – ha detto – non verranno da me giudizi e orientamenti di parte, e neppure programmi per il governo del paese, per la soluzione dei suoi problemi, che spetta alle forze politiche e ai candidati prospettare agli elettori“.

Il Capo dello Stato ha riconosciuto poi i sacrifici cui i cittadini si sono sottoposti per contenere il debito pubblico e rimanere in Europa. “Guai se non si fosse compiuto lo sforzo che abbiamo in tempi recenti più decisamente affrontato: pagare gli interessi sul nostro debito pubblico ci costa attualmente più di 85 miliardi di euro all’anno, e se questo enorme costo potrà nel 2013 e nel 2014 non aumentare ma diminuire, è grazie alla volontà seria dimostrata di portare in pareggio il rapporto tra entrate e spese dello Stato, e di abbattere decisamente l’indebitamento”.

Per Napolitano i sacrifici hanno già cominciato a dare frutti. “C’è stato un ritorno di fiducia nell’Italia, hanno avuto successo le nuove emissioni di Buoni del Tesoro, si è ridotto il famoso spread che da qualche anno è entrato nelle nostre preoccupazioni quotidiane“.

Uscire dalla recessione e rilanciare l’economia, è possibile solo insieme con l’Europa. Ma il presidente sottolinea anche che “l’Italia non è un paese che possa fare, nel concerto europeo, da passivo esecutore.

Secondo Napolitano è importante che “tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l’indignazione, anche la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento. Bisogna offrire ai giovani delle opportunità attraverso politiche pubbliche di istruzione e formazione – aggiunge – rispondenti alle tendenze e alle esigenze di un più avanzato sviluppo economico e civile“.

In chiusura, Napolitano cita una frase di Benedetto Croce per spiegare l’importanza della politica, senza la quale “nessun proposito, per nobile che sia, giunge alla sua pratica attuazione. Il rifiuto o il disprezzo della politica – ha concluso  Napolitano – non porta da nessuna parte, è pura negatività e sterilità. La politica non deve però ridursi a conflitto cieco o mera contesa per il potere, senza rispetto per il bene comune e senza qualità morale”.

1 gennaio, 2013 - 10.08