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Spettacolo - La grande attrice aveva 71 anni e da tempo combatteva contro una grave malattia

Mariangela Melato non c’è più

Mariangela Melato

- Mariangela Melato non c’è più. È morta questa mattina a 71 anni in una clinica romana.

La notizia è stata diffusa intorno alle 10 in prima battuta su Twitter. La Melato era nata a Milano il 19 settembre 1943 e da tempo combatteva contro una grave malattia. Sorella dell’attrice e cantante Anna Melato, da giovanissima studiò pittura all’Accademia di Brera, disegnando manifesti e lavorando come vetrinista a La Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani. Nel 1960, non ancora ventenne, entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli, debuttando come attrice in Binario cieco di Terron, rappresentato al Teatro Stabile di Bolzano.

Dal 1963 al 1965 lavorò con Dario Fo in Settimo: ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo. Nel 1966 fu ingaggiata dallo Stabile di Trieste. Nel 1967 lavorò con Luchino Visconti ne La monaca di Monza. Nel 1968 la sua affermazione definitiva nella propria attività teatrale Orlando furioso di Luca Ronconi, ma ebbe successo anche nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluia brava gente (1971).

Nel 1970 debuttò al cinema nel film di Pupi Avati Thomas e gli indemoniati. Nel cinema alternò ruoli drammatici (La classe operaia va in paradiso, 1971, e Todo modo, 1976, di Petri; Caro Michele, 1976, di Monicelli; Oggetti smarriti, 1979, e Segreti segreti, 1985, di Giuseppe Bertolucci; Dimenticare Venezia, 1979, e Il buon soldato, 1982, di Franco Brusati; Figlio mio, infinitamente caro, 1985, di Valentino Orsini) a quelli da commedia, come in Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Film d’amore e d’anarchia (1973) di Lina Wertmüller; Casotto (1977) e Mortacci (1988) di Sergio Citti; Aiutami a sognare (1980) di Pupi Avati.

La sua carriera e la sua indole rimangono comunque inderogabilmente legati al mondo del teatro. Qui affrontò personaggi di grande impegno nelle tragedie Medea (1986) e Fedra (1987) di Euripide e nelle commedie Vestire gli ignudi di Pirandello (1990) e La bisbetica domata di Shakespeare (1992). Dallo stesso anno fino al 2012 ha collaborato con il Teatro Stabile di Genova.

Dagli anni novanta lavorò per la televisione (Scandalo, 1990, Una vita in gioco, 1991, Due volte vent’anni, 1995, L’avvocato delle donne, 1997; Rebecca, la prima moglie, 2008) ed è proseguito il suo impegno teatrale (Il lutto si addice ad Elettra, 1996; La dame de Chez Maxim, 1998; Fedra, 1999; Un amore nello specchio e Madre Coraggio, 2002; La Centaura, 2004; Chi ha paura di Virginia Woolf?, 2005; Il dolore, 2010); mentre per il cinema recitò in La fine è nota (1993) di Cristina Comencini, Panni sporchi di Mario Monicelli e Un uomo perbene di Maurizio Zaccaro (1999), Vieni via con me (2005) di Carlo Ventura.

11 gennaio, 2013 - 15.40