Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Pescia Romana - Muore a 3 anni - Parla la nonna di Leonardo - Indagati due medici per omicidio colposo - Chiuse le scuole

“Non è possibile che un bimbo sano te lo ritrovi morto nel letto”

Pescia Romana – “Non è possibile che un bambino sano te lo ritrovi la mattina nel letto morto”. La nonna di Leonardo Sonno, Maria Carboni, racconta la disperazione della famiglia e la terribile vicenda che ha visto morire un bimbo di tre anni.

“A mezzanotte gli hanno dovuto mettere un’altra Tachipirina – afferma ai microfoni del Tg4 Maria Carboni – perché aveva la febbre. Alle 3 e mezza, Leonardo si era svegliato e ha mangiato perché non aveva cenato. Poi si è addormentato. E’ morto nel sonno. Il dottore ci ha detto che non se ne è accorto. Non ha sentito niente”. Poi l’accusa contro i sanitari: “Non hanno fatto niente. Non gli hanno dato niente. Niente!”. Un racconto drammatico.

Leonardo era stato visitato di recente dal pediatra. Nessun problema. Stava bene.

Il bimbo di tre anni trovato morto sabato mattina non aveva manifestato nessun sintomo nei giorni scorsi. Leonardo era nato prematuro e aveva subito 7 interventi, ma ora stava bene.

Perché il suo cuore si sia fermato all’improvviso di notte, lasciando i genitori nell’angoscia al risveglio, è la domanda che martella gli inquirenti in queste ore.

Venerdì sera il piccolo aveva la febbre a 40. Mamma Valentina e papà Filippo, da Pescia Romana, lo hanno portato col cuore in gola all’ospedale di Tarquinia. Prima, a casa, avevano provato in tutti i modi a far abbassare la temperatura. Ma la fronte di Leonardo continuava a scottare.

Il piccolo entra al pronto soccorso intorno alle 21,35 e viene rimandato a casa verso le 22,20 con le terapie prescritte per una “faringite febbrile”. Ma è solo febbre – o almeno così sembra – e Leo torna a casa dopo che gli sono stati somministrati una Tachipirina e un antibiotico. Il giorno dopo non si sveglierà più.

Una tragedia su cui si indaga tre volte. La Asl ha aperto un’inchiesta interna; in merito, la Regione Lazio ha chiesto una relazione dettagliata. Il ministero della Salute ha disposto un’ispezione all’ospedale di Tarquinia. E, infine, l’inchiesta della procura di Civitavecchia, aperta dal pm Bianca Maria Cotronei e seguita dai carabinieri della compagnia di Tuscania, che hanno sequestrato la cartella clinica del bambino.

L’incarico al medico legale per l’autopsia sarà affidato non prima di martedì. Nel frattempo, due medici del pronto soccorso sono finiti nel registro degli indagati per omicidio colposo. E saranno ascoltati nei prossimi giorni. Sequestrati dagli inquirenti il certificato di entrata e uscita dal pronto soccorso e quello relativo alla visita medica.

Un atto dovuto, come normalmente succede in questi casi: il fascicolo degli inquirenti è a carico di chi ha visitato il bambino. Ma solo il tempo e gli accertamenti di rito potranno escludere o confermare una responsabilità medica.

La famiglia Sonno è devastata da un dramma piovutogli addosso senza un perché. Si pensa alla meningite, ma certezze non ce ne sono. E allo strazio si aggiunge l’ansia dell’attesa: potrebbero volerci settimane o mesi per sapere cos’è stato a strappare Leo dall’affetto dei genitori e del fratellino gemello.

La relazione del medico legale arriva in genere a ridosso dei canonici sessanta giorni, che a volte diventano novanta. Ma quando la causa del decesso è lampante bastano anche due settimane per avere un quadro chiaro.

La salma del piccolo, intanto, resta a disposizione dell’autorità giudiziaria che, dopo l’autopsia, farà il nulla osta per i funerali. 

Nel frattempo il Comune di Montalto di Castro di concerto con la Asl ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado di Pescia Romana fino a mercoledì 26 marzo. Un intervento a scopo cautelativo in attesa degli accertamenti autoptici.

24 marzo, 2014 - 15.08