Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Politica -Se la sentenza fosse negativa c'è un'alta probabilità che Napolitano faccia tornare tutti alle urne

Lodo Alfano, la Corte è divisa

<p>Il presidente Giorgio Napolitano</p>

Il presidente Giorgio Napolitano

Il presidente Francesco Amirante ha aperto l’udienza pubblica della Corte Costituzionale che dovrà giudicare il lodo Alfano.

Prima parlerà il relatore del provvedimento Franco Gallo che dovrà riassumere i motivi dei tre ricorsi presentati contro il testo, due dai giudici di Milano e uno dal gip di Roma, quindi sarà la volta degli avvocati.

Ci saranno Niccolò Ghedini, Gaetano Pecorella e Pietro Longo che rappresentano Silvio Berlusconi in qualità di imputato, l’avvocato dello Stato Glauco Nori e, forse, potrebbe prendere la parola anche il presidente dei costituzionalisti Alessandro Pace, in rappresentanza della Procura di Milano.

Quest’ultimo, però, non sa ancora se i giudici della Consulta ammetteranno il suo intervento. Finito il giro la Corte si chiuderà in camera di consiglio e, da quel momento in poi, potrebbe succedere di tutto.

L’ipotesi più accreditata è che la sentenza possa arrivare entro domani, ma c’è anche chi parla di un rinvio tra 15 giorni. Impossibile fare pronostici. Le indiscrezioni parlano di una Corte in perfetto equilibrio tra favorevoli e contrari. Anche se qualcuno dei 15 giudici viene dato per incerto. Quindi la decisione potrebbe essere presa da una maggioranza risicata e solo dopo una lunga discussione.

In verità c’è anche chi dice che alla fine i magistrati potrebbero optare per una bocciatura per violazione dell’articolo 138 della Costituzione. Che tradotto vuol dire che la sospensione dei processi per le quattro più alte cariche della Stato andava fatta attraverso una legge costituzionale e non con una ordinaria.

In ogni caso non è solo il premier a seguire con una certa apprensione ciò che succederà nel Palazzo della Consulta. Anche il Capo dello Stato, che lo scorso anno diede il via libera alla legge, attende la sentenza. Giorgio Napolitano infatti sa che una bocciatura del lodo potrebbe portare alla caduta del governo e quindi è pronto al peggio.

L’impressione, però, è che difficilmente il Presidente darà l’ok a un governo tecnico. Forse farà un tentantivo, ma la strada delle urne sembra essere quella più probabile. Anche perché difficilmente si troverà una maggioranza in grado di sostenere ipotesi diverse.

6 ottobre, 2009 - 12.00