Vertice Fao, impegni ma pochi fatti
“Contro la fame servono 44 miliardi di dollari l’anno, ma non c’è un impegno preciso da parte della comunità internazionale”.
E’ il commento del direttore generale della Fao Jacques Diuof al termine del primo giorno del summit di Roma.
“Il documento è comunque un passo avanti verso la completa eliminazione della fame – aggiunge Diouf – quindi è già una soddisfazione che sia stato approvato all’unanimità, altrimenti sarebbe stato un chiaro insuccesso”.
Eppure nel testo non vengono citati gli investimenti necessari per aumentare la produzione agricola né i 44 miliardi di dollari annuali chiesti da Diouf. Ci si limita invece alla domanda di “invertire la tendenza alla diminuzione dei finanziamenti nazionali e internazionali consacrati all’agricoltura, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo rurale nei Paesi in via di sviluppo”.
Una sessantina di capi di Stato e di governo, soprattutto dall’Africa e dall’America Latina, hanno risposto all’invito di Diouf nella Capitale. Fra questi, il presidente egiziano Hosni Mubarak, il leader dello Zimbabwe Robert Mugabe e il colonnello libico Muammar Gheddafi che ha paventato, per l’Africa, il rischio di un “nuovo feudalesimo”.
Fra i leader del G8 era presente solo l’Italia con Silvio Berlusconi. Per il premier è venuto il momento di “decidere le date e le modalità dell’impegno di 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell’Aquila”. Berlusconi ha assicurato di aver accolto l’invito di Diouf, che ha chiesto più volte ai leader mondiali di passare dalle parole ai fatti.
Intanto gli attivisti delle ong hanno eretto una tenda per protestare contro le multinazionali. Secondo i manifestanti “manca un impegno concreto per affrontare, con politiche e risorse adeguate, lo scandalo del miliardo di persone che soffrono la fame”.