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Messina -A chi protesta contro il progetto il ministro Matteoli replica di non dare la colpa a un'opera non ancora iniziata

“Cosa c’entra il Ponte?”

Altero Matteoli

Altero Matteoli

A Messina si scava ancora tra il fango e i detriti. All’appello mancano ancora alcune persone mentre 20 delle 24 vittime recuperate sono state riconosciute dai parenti. L’ultima lista di cinque nomi era stata data due giorni fa, ma oggi la Protezione civile aggiornerà il bilancio in giornata. Secondo i dati diffusi dall’unità di crisi intanto i morti confermati sono 24  e 35 i dispersi.

Il medico legale Fabrizio Perri, incaricato dalla Procura della Repubblica di Messina dell’esame esterno sui cadaveri delle vittime, ha già completato gli accertamenti su 19 delle 23 salme finora recuperate.

Ciascuno dei corpi, secondo quanto si è appreso, è stato sottoposto a tac e a una visita esterna. Restano ancora da esaminare i resti di quattro persone.

Nel fascicolo della Procura si ipotizza il reato di disastro colposo al momento a carico di ignoti.

Intanto continuano le operazioni di ricerca e di ripristino di alcune strade nella zona del disastro. La ferrovia e la Statale 114 Messina-Catania restano bloccate, mentre sono aperte due corsie, una per ogni direzione del’autostrada A18.

Nel pomeriggio a Messina è atteso il presidente del Senato Renato Schifani che sorvolerà la zona colpita dalle frane dopo il nubifragio e incontrerà gli sfollati.

Il premier Silvio Berlusconi ha spiegato in un’intervista al Gr Rai che i villaggi distrutti dal fango non saranno ricostruiti, perché farlo ”costa troppo e non è sicuro”, ma gli abitanti che hanno perso tutto avranno una nuova casa completamente arredata e dotata delle più moderne tecnologie, come è stato fatto per i terremotati dell’Aquila. In più il governo provvederà al blocco delle tasse e dei mutui per i cittadini delle zone alluvionate.

Ma non si placano le polemiche. Ieri ad aspettare il premier fuori dalla Prefettura, c’erano gli iscritti al movimento “NoPonte” che non vogliono il Ponte di Messina né opere faraoniche ma interventi contro il rischio di nuove frane.

“E’ una situazione disastrosa, anche se poteva andare molto peggio”, ha detto oggi il ministro Matteoli intervenendo a Canale 5. Matteoli ha però assicurato che il Ponte sullo Stretto si farà. “Anzi – ha sottolineato - se fossero già inziate le opere collaterali alla realizzazione del ponte vero e proprio, con le migliorie al territorio previste forse il disastro sarebbe stato inferiore”.

Il ministro, riferendosi alla richiesta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di pensare più alla sicurezza e meno alle opere faraoniche, dice di non sapere se l’allusione fosse al ponte sullo Stretto di Messina.

“Io non mi permetto di polemizzare col capo dello Stato – ha risposto Matteoli – però voglio chiedere: cosa c’entra il ponte di Messina? Non si è costruito ancora, non si è messa nemmeno la prima pietra e possiamo imputare quanto accaduto al ponte di Messina?”.

In ogni caso, chiarisce Matteoli, “non ho a disposizione la cifra per costruire il ponte nella cassaforte del ministero. Il ponte si costruisce attraverso il project financing, attraverso i privati e quindi non è che quei soldi si possono dirottare per mettere in sicurezza il territorio”.

5 ottobre, 2009 - 11.46