Usa-Israele: verso lo strappo?
Crisi economica e questione israelo-palestinese.
La versione online del quotidiano francese Le Monde apre oggi la sua homepage con gli alti e bassi della crisi economica mondiale. Che fa vacillare la competitività degli Stati Uniti, a vantaggio della Svizzera.
Le conseguenze della recessione sono riportate nero su bianco sul rapporto annuale del World Economic Forum, pubblicato l’8 settembre.
L’indagine mostra chiaramente che gli Usa hanno perso il loro primato mondiale per competitività. Il primo posto è stato loro “soffiato” dalla Svizzera, balzata dalla seconda alla prima posizione.
Ma a parte questo slittamento degli Stati Uniti, sono pochi i cambiamenti significativi registrati dal rapporto.
Nel complesso, le prime 20 nazioni per competitività restano al loro posto.
Si continua a parlare di crisi anche in un altro articolo in prima pagina. In particolare, viene presa in esame la situazione economica francese attuale.
Nonostante il peggio sia passato, la recessione ha avuto un impatto distruttivo che ha portato il valore del patrimonio dei francesi a regredire consistentemente, fin quasi a toccare il minimo storico.
L’altro articolo in prima pagina, riguarda le difficoltà della Casa Bianca nell’affrontare il conflitto israelo-palestinese.
L’esigenza di un piano di pace, che Barack Obama vorrebbe lanciare a fine settembre, si fa sempre più pressante.
“L’essenziale – si legge su Le Monde – si giocherà nel dialogo con il governo israeliano, qualificato da Washington come “intenso” e “molto aperto” e che l’inviato speciale americano George Mitchell riprenderà a partire dal 12 settembre.
Verranno poi le conclusioni tirate dalla Casa Bianca, prima che Obama faccia conoscere la sua visione del piano di pace al Vicino Oriente”.
Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha già reso noto che gli Stati Uniti non accettano la continua espansione delle colonie, da parte degli israeliani. Motivo che sta potrebbe portare i rapporti tra Usa e Israele verso il logoramento. O, come scrive il New York Times, verso la collisione.
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